Hey tu, vivi in paradiso!

Sì, proprio tu che stai leggendo, oggi ho una bella notizia per te.

Lo sai che vivi in paradiso?

Fermati un attimo e guardati intorno.

Se stai leggendo questo articolo, probabilmente possiedi un computer o uno smartphone.

Avrai poi una connessione ad internet che ti permette di accedere al mio blog.

 Da ultimo, ma non per importanza, sai leggere.

Vero. Questa può sembrare un banalità. Ma non è forse perchè troppo spesso ci dimentichiamo che ci sono ancora milioni di persone nel mondo che non sanno nè leggere nè scrivere?

In ogni caso, oltre a queste 3 cose che ho appena citato, immagino che tu ne abbia molte altre.  

Il mio invito è quindi quello di fermarti un attimo, di osservare intorno a te e soprattutto di provare ad essere grato per tutto quello che hai.

Pensi che sia una cosa semplice da fare? Non lo so.

Personalmente credo di essere una ragazza abbastanza consapevole del fatto di essere privilegiata ma, quando mi ritrovo a vivere determinate situazioni, mi rendo conto che, a differenza di ciò che penso, non sono poi così cosciente e riconoscente della fortuna che ho, o perlomeno, non lo sono abbastanza.

Accadeva in ufficio…

Vi ricordo che lavoro presso una piccola ong locale. Il team è composto sostanzialmente da 3 persone: una project manager, una signora addetta al customer service e un tecnico dei computer.

Tutto avveniva verso la fine del mese, periodo che, come molti ben sanno, significa “stipendio”.

Il mese scorso, lo stipendio tardava ad arrivare così che la mia collega domandava alla project manager se avesse ricevuto qualche comunicazione a riguardo, ottenendo la seguente risposta: «Ah, non me ne ero manco accorta! Chiederò subito spiegazioni» .

A queste parole, la mia collega replicò con una frase che, oltre ad avere avuto il potere di distogliere del tutto la mia attenzione da ciò che stavo facendo, ancora oggi, mi rimbomba in testa.

Queste le sue potenti parole: «Beata te, significa che tu vivi in paradiso!».

Essì, vivere in paradiso ma non rendersene sempre conto.

Temiamo sempre di rimanere senza soldi. Ci lamentiamo di dovere pagare il mutuo, l’affitto, le bollette e chi più ne ha più ne metta.

Ci allarmiamo quando vediamo calare i nostri risparmi.

Ma alla fine di tutto questo, se non dovesse arrivarci lo stipendio, quanti di noi rimarrebbero con il piatto vuoto davanti?

Lo Zambia è un paese estremamente povero. Il 70% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà. I salari sono terribilmente bassi, i prezzi aumentano e il kwacha continua a svalutarsi.

Coloro che hanno un lavoro e, di conseguenza un salario, sono già ritenuti fortunati, nonostante i soldini che guadagnano sono ben pochi e spesso non bastano.

E quando dico che questi non bastano, non lo dico tanto per dire.

Sapete chi può permettersi di pranzare ancora verso la fine del mese?

Io e la mia project manager, sempre che non ci sia passata la fame.

Non possiamo farci nulla? Non possiamo cambiare le cose?

Forse. Possiamo però smetterla di lamentarci – visto che in tanti non ne abbiamo davvero alcun diritto – e provare a essere veramente grati e felici per ciò che abbiamo!