Contrasti

A Nairobi la giornata inizia piuttosto presto e, alle 7 e mezza del mattino, la maggioranza delle persone è già nel pieno delle proprie attività.

Ma, come in tutte le cose, non mancano le eccezioni.

Attraversiamo la trafficata rotonda e ci addentriamo nel mercato. É un mercoledì mattina e siamo per le strade di Githurai – un ghetto situato vicino al nostro centro – dove, settimanalmente, facciamo le uscite alla ricerca dei cosiddetti “ragazzi di strada”.

Il mercato è un caos totale. I venditori espongono con cura la propria merce sfruttando qualsiasi spazio possibile e immaginabile. Le donne tagliano le verdure su un telo precedentemente arrangiato a terra sembrando non curarsi minimamente del fatto di essere in mezzo al passaggio. Poi ci sono i giovani. Loro sono coloro a cui, forse, bisogna prestare più attenzione. Fanno avanti e indietro dal mercato in continuazione spingendo carriole super cariche o trasportando sacchi pesantissimi sulle proprie spalle. Se non ti sposti, ti investono.

La cosa che più stupisce, però, non è tanto tutta questa confusione, quanto il fatto che, in mezzo a tutto ciò, c’è anche chi sembrerebbe non accorgersi di nulla…

Sono loro, i nostri ragazzi.

In un primo momento, non mi ero neanche accorta della loro presenza, e forse non li avrei notati nemmeno successivamente se non fosse stato per il cenno dell’operatore locale.

Seguo con gli occhi la traiettoria del suo indice e vedo spuntare alcuni piedini da sotto una bancarella.

Le bancarelle sono dei semplici bancali in legno, leggermente rialzati dal suolo, sopra i quali venditori e compratori portano avanti le loro trattative, incuranti del fatto che, proprio sotto i loro piedi, alcuni ragazzini stanno ancora dormendo.

Infatti, è proprio in quel piccolo spazio che si crea tra il suolo e il pallet che alcuni di loro si infilano a passare la notte.

Entro anch’io nella bancarella e, accovacciandomi, sbircio tra le assi di legno; sei ragazzini stanno ancora dormendo.

Contrasti. Sopra la vita, sotto la quiete. Tutto lì. Tutto insieme.

Il fenomeno dei “ragazzi di strada” è una realtà tanto importante quanto complessa di Nairobi.

Spesso si tratta di ragazzi che, per scappare da situazioni familiari piuttosto complicate, decidono di andare a vivere in strada insieme ad altri coetanei.

La strada. Quel luogo misterioso dove tutto è possibile. Quel luogo dove non ci sono regole e i pericoli sono proprio lì, dietro l’angolo. Quel luogo dove è estremamente difficile porsi un obiettivo se non quello di sopravvivere. Furti, violenza e droghe sono all’ordine del giorno.

È così che, i loro atteggiamenti estremamente negativi uniti al loro comportarsi con strafottenza e arroganza, può portare questi ragazzi ad essere visti in tutti i modi tranne quello di essere e di rimanere, nonostante tutto, dei ragazzini.

Ed è proprio in certi momenti – come quello di questa mattina – che questa cosa si palesa e salta fuori tutto il loro essere bambini.

Sei ragazzini che dormono vicini, rannicchiati l’uno di fianco all’altro – anche per far fronte al freddo della notte – e che, quando provi a svegliare, bofonchiano e, tirandosi la coperta fino sopra il capo, si girano dall’altra parte.